giovedì 5 febbraio 2009

L'Italia sotto il ricatto della violenza

La violenza sta imperversando nella nostra società. Le ragioni, ogni giorno, aumentano e sono anche ad opera di coloro ai quali noi diamo accoglienza. Queste persone hanno trovato una società italiana che li ha accolti senza riserve credendo che questi si volessero “affiancare” al rispetto delle nostre regole.
Ci si riferisce qui alle violenze scaturite nei giorni scorsi da parte di ospiti extracomunitari.
Credo che la comunità italiana per via di queste violenze, abbia oggi molte riserve e non ci sta più nell’accettare un “contesto” che destabilizzi la vita delle persone. Il momento è assai grave e pare che nemmeno la politica riesca in qualche modo a risolverlo.
Da tempo le istituzioni invocano il maggior rispetto da parte di queste “persone” nei confronti della nostra società, ma pare che anche le regole dettate dal nostro ordinamento non vengano prese in considerazione.
L’Italia è un Paese permissivo? Ognuno può fare quello che vuole. No, non è così. L’Italia ha le sue regole e le sue leggi che non sono solo frutto di mediazione politica, ma sono pure dettate dai principi costituzionali.
Qui non bisogna fare di tutte le erbe un fascio, bisogna capire il fattore antropologico e soprattutto la crisi in cui versa la nostra società. I problemi sono innumerevoli, i giovani italiani non vogliono più costruirsi un futuro; sono sempre protesi alla ricerca di un “stordimento” per lenire le problematiche che li avvolgono.
Dire questo è molto semplicistico, però, purtroppo, è la realtà. Bisogna costruire quindi una società giovanile migliore. Dare la possibilità ai giovani di poter intervenire e di poter agire costruttivamente nelle strutture istituzionali, per creare un futuro migliore e che dia loro la possibilità di essere vera classe dirigente.
Bisogna pure pensare ad una programmata integrazione, nelle istituzioni, di persone che vengono accolte e che danno una mano al Paese nelle attività produttive. L’integrazione per gli extracomunitari sono quelle che riguardano la stabilizzazione del lavoro, della casa e quella soprattutto dei figli nelle strutture scolastiche.
Fatto questo, si avrà certamente una società migliore, multietnica, e così pure la violenza verrà meno, quindi, sarà più controllata.
Il nostro Paese è un Paese civile e così deve comportarsi. Deve rimettere al meglio in piedi nell’ambito giudiziario la certezza della pena e chi delinque deve essere punito. Le punizioni, soprattutto, per certi reati, devono essere esemplari.
Ci vuole per questo, una condivisione della politica e soprattutto della magistratura. L’attività legislativa nel Paese deve pure contenere leggi che diano la giusta dimensione della punibilità del reato. Devono essere messe in piedi strutture gratuite a tutela delle donne che, purtroppo, sono state sottoposte alle violenze che abbiano assistito in questi ultimi tempi , e far sì che queste persone, divenute fragili, riacquistino fiducia nel Paese, nelle istituzioni e nella società italiana. Questo si raggiungerà attraverso una rete di collaborazione fra tutti coloro che sono preposti a conseguire l’obiettivo di una positiva crescita sociale. Non deve rimanere, però, solo un auspicio.

dott. Giampaolo Bonini
Segretario Politico

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