giovedì 5 febbraio 2009

Siamo fortunati, dice il Ministro per lo sviluppo econonmico, Scaiola: anche con la crisi energetica all'Italia non mancherà il gas.

Il Ministro Scaiola dice che non dobbiamo preoccuparci per la crisi politico-diplomatica-energetica tra Russia e Ucraina.


Le contrapposizioni tra questi due Paesi certamente non favoriranno il nuovo assetto ed equilibrio europeo.
Da tutti gli opinionisti, sia a livello locale che internazionale, se la Russia dovesse chiudere la sua fonte energetica riguardante il gas destinato all’Europa, anche l’Italia dovrà prendere le proprie contromisure. Noi siamo messi meglio degli altri Paesi europei perché abbiamo una riserva che ci consentirà di alimentare le nostre caldaie private e le apparecchiature delle imprese addirittura per qualche anno.
Circa un terzo degli approvvigionamenti di gas per l’Italia provengono dalla Russia. Il blocco concertato da questo Paese diventa drammatico per i paesi baltici, che da questa fonte ne traggono la maggiore percentuale del loro fabbisogno. Questi Paesi ,dalla Bulgaria alla Romania e all’Ungheria sono più di centomila le famiglie senza riscaldamento e quindi senza gas. Non dimentichiamo che le popolazioni di questi Paesi vivono con 18° sotto zero e ciò che fa specie ne vanno a soffrire tutte le strutture, ospedali compresi , che danno supporto alle persone indigenti e agli anziani. Nelle settimane scorse i Balcani erano avvolti dal gelo e qualche anziano ci ha pure rimesso la vita. Queste notizie sono pervenute dalle agenzie di stampa. La Serbia, anche lei in ginocchio non accetta il blocco da parte della Russia e come ebbe a dire, attraverso la sua diplomazia che promuoverà un’azione legale prima nei confronti dell’Ucraina e poi della Russia stessa. Putin, l’attuale “Zar di Russia”, pone la crisi energetica come strumento politico per rimuovere le opposizioni politiche da parte della Georgia e di altre ex repubbliche confinanti.
Questa crisi, che si fa europea, investe la macroeconomia e quindi viene presa di mira la vita quotidiana della gente e si instaura così un contenzioso molto allargato che diventerà cronico con la Russia, che esporta il gas e l’Ucraina sul cui territorio si snodano le tubazioni dei metanodotti.
Questo litigio per l’energia non è altro che l’appendice di una stabilizzazione politica che la Russia impone all’Ucraina, alla Georgia e agli altri Paesi. L’Ucraina, da parte sua, cerca di inserirsi nel contesto politico europeo per avere delle protezioni da parte di strutture che possano favorire il rapporto con la Russia e quindi con l’estensione dell’approvvigionamento del gas. L’Ucraina è imputata, da parte della Russia di rubare il gas e pure di non pagarlo, soprattutto non tanto per problemi economici, ma per “dispetti politici”. La Russia, come ritorsione, d’ora in poi farà pagare all’Ucraina al prezzo di mercato, anziché a un prezzo pari a circa la metà come avvenuto fino ad oggi, e i due Paesi, Russia e Ucraina a turno cercano di destabilizzare l’approvvigionamento di gas con l’interruzione del flusso, bloccando la rete distributiva. L’ establishment politico russo ha detto basta ai regali che fino ad oggi ha fatto all’Ucraina e ad altri Paesi per il tamponamento della crisi energetica.
Si apprende pure, e la notizia è ufficiale, che la società Gazprom, l’azienda di Stato russa che eroga il gas , in una nota, ebbe a sottolineare che avanza più di un miliardo di dollari per le forniture di gas all’Europa.
In questo contesto ci siamo anche noi. Il Ministro Scaiola nelle sue conferenze e nelle sue riunioni d’ufficio ha sottolineato che queste sono solo schermaglie negoziali; ed è ora che si concludano e si rimettano in piedi quei rapporti sugli affari internazionali che devono manifestarsi attraverso l’aiuto reciproco dei Paesi, ottenendo così una più chiara risoluzione della crisi energetica.
Berlusconi, da parte sua, ha già fatto passi importanti verso Putin e pare che abbia deciso di rimettere in piedi tutta quella serie di adempimenti che porteranno solo tutela all’Europa. L’economia russa, comunque, ha avuto pure un arresto per via del crollo del prezzo del petrolio e deve sopperire al mancato guadagno, attraverso la vendita del gas che, come dice Putin deve favorire le richieste dei Paesi europei e il contesto territoriale dei Paesi che si affacciano sui Balcani.
Queste azioni da parte della Russia devono inglobare un favorito rispetto nei confronti dell’Europa soprattutto perché attraverso la sua azione politica ha sempre propugnato la pace e portato equilibrio sia nelle istituzioni che sul mercato energetico, globale e reale.


dott. Giampaolo Bonini
Segretario Politico

1 commento:

Unknown ha detto...

Più che “l’appendice di una stabilizzazione politica che la Russia impone all’Ucraina”, a me è sembrato un vero e proprio atto di forza da parte della Russia nei confronti di un Paese di cui ha perso il controllo. Ricordiamo che il presidente ucraino Juschenko non è ben gradito agli occhi di Putin.
Mi sembra d’altra parte assurdo sostenere che le azioni russe debbano inglobare un favorito rispetto verso l’Europa. In realtà, fermo restando la validità e la necessità dell’intervento dell’Europa nella questione, a mio avviso anche l’Europa è entrata nei giochi di Putin. Una volta che il premier russo ha apparentemente seguito “tutte le strade”, l’ultima mossa è stata di chiedere a Paolo Scaroni, ad di Eni , di farsi promotore di un consorzio europeo per acquistare il gas tecnico, quello necessario per il trasporto. In questo modo, la Russia ha raggiunto due obiettivi: la garanzia di un pagamento, e quindi di un sospiro di sollievo nella crisi che sta attraversando e, contemporaneamente, il ritratto dell’Ucraina come quello di un Paese che decide liberamente di lasciare a secco l’UE e quindi deve essere in qualche modo sanzionato.